L'INIZIO DELLA NOSTRA CARRIERA
GLI ANNI DEL BALLO
Nel 2006 nella nostra Associazione Down Dadi, direttamente da Parenzo (Croazia) arrivò una ragazza (Jehona) che all'inizio era tirocinante poi con il nostro consenso divenne la nostra insegnante di ballo. Il ballo nello specifico è un'attività che permette a noi giovani-adulti con Sindrome di Down di esprimerci attraverso il nostro corpo. L'attività che svolgiamo è quella di fare balli coreografici e musical con l'aiuto di operatori che ci aiutano a migliorare nella danza ed a portare i nostri balli nei vari palcoscenici. Il ballo è, per noi, parlare con il corpo, è esprimere chi siamo e quello che abbiamo dentro, rispettando le nostre capacità. Quando abbiamo iniziato con il progetto di danza ci è subito piaciuto. Abbiamo cominciato con una base di balli di gruppo per arrivare a creare dei balli coreografici con sotto una base musicale. Il nostro compito è quello di ascoltare la canzone, il ritmo ed imparare i passi. Il trucco per imparare bene i passi se abbiamo difficoltà è osservare chi li fa nel modo giusto. Quando abbiamo imparato i primi balli di gruppo poi li abbiamo portati in giro per il Veneto con dei saggi fino a Canale Italia. Dopo i primi balli di gruppo abbiamo fatto anche il primo musical: Grease Life, tratto dal film Grease del '78 con John Travolta ed Olivia Newton John. Anche questo musical lo abbiamo portato in giro per l'Italia, da Reggio Emilia a Como, da Lanciano a Roma a "Pomeriggio Cinque", programma di Barbara D'Urso. Con l'aiuto di Jehona abbiamo portato questo musical fino in Croazia: ognuno di noi aveva un costume costruito su misura. Fare Grease è stato uno spasso, ci siamo divertiti parecchio. Le difficoltà che noi incontriamo nel musical sono un po' di più rispetto ai semplici balli perché nel musical c'è un contesto da rispettare, ci sono una sintonia e una parte da rispettare, interpretando un ruolo preciso. Anche le battute per certe persone risultano più difficili del solito da memorizzare, alcuni dicono subito le battute a memoria altri invece usano per tanto tempo il copione. Altre cose difficili sono esprimere le nostre emozioni, avere le capacità espressive e sentirsi sicuri di quello che si dice. Grazie a Jehona, però, abbiamo anche imparato che non bisogna avere paure di esprimersi e dire le battute, e che dobbiamo essere pronti a recitare la nostra parte anche se a teatro abbiamo una dimenticanza. Il ballo ci aiuta a tirare fuori la voce e a superare anche la timidezza, a buttare fuori stress e paure. Dopo aver fatto questo musical, abbiamo ricominciato con nuovi balli come "Jerusalema" che ci piace tanto e che ha lanciato Davide come idea alla Jehona. Davide è stato il protagonista di Grease nel ruolo di Danny Zuco, ma dopo anni di ballo, arrivato ad una certa età ha iniziato a fare il nostro presentatore ufficiale. Adesso stiamo, però, facendo un altro nuovo musical: "Mamma mia" che piano piano stiamo costruendo con un po' di fatica ma con risultati ottimi grazie all'infinita pazienza della Jehona. Ogni martedì facciamo le prove, abbiamo un copione e delle battute da mettere in testa. Prima delle prove c'è anche una fase preparatoria che si fa per riscaldare la voce e il corpo. Ci vuole tanto allenamento per ricordarsi le battute anche se una battuta tira l'altra. Inoltre grazie alla lettura del copione piano piano impariamo a recitare anche senza. Mamma mia è per noi un musical impegnativo ma divertente perché finisce anche bene e poi si canta, si balla e si recita.
Per farvi sentire la voce di altre persone e farvi leggere opinioni diverse, abbiamo pensato di fare delle interviste a due nostri compagni di ballo (Matteo e Silvia) e alla nostra insegnante Jehona.
Intervista a Matteo e Silvia.
2. Nella tua carriera di ballo quali e quanti sacrifici hai fatto?
La mia carriera di ballo in realtà è nata con voi, perché io non nasco come una ballerina ma sono una psicologa che si diverte con voi in questo progetto, ballando. Posso dire che il sacrificio che faccio è quello di mantenermi in forma, seguire un'alimentazione giusta, per avere le forze e le energie per insegnare anche a voi i movimenti da fare e un sano stile di vita da seguire.
3. Quanti anni ci vogliono per costruire un musical?
Il primo musical è stato lungo da creare perché siamo partiti dalle basi dato che eravate giovani e inesperti, dovevate ancora imparare a recitare e ballare. Comunque per andare in scena ci sono voluti sei anni.
4. Ti aspettavi un altro musical?
Sì, perché dopo aver visto il successo di Grease Life e dopo avervi visto divertire, imparare le battute e ripeterle anche in altri contesti e avervi valutato davvero in maniera eccellente per il lavoro svolto, mi sono detta "sì, qui ci vuole un altro musical".
5. E' stato facile o difficile diventare insegnante?
Non è stato difficile, è stato interessante perché non avendo fatto scuola di danza, siete stati voi a darmi lo stimolo per capire come procedere. Insieme abbiamo costruito tutto questo e voi mi avete dato la motivazione per proseguire, perché siamo una squadra. Proprio prima di rispondere a quest'intervista vi guardavo e pensavo "siamo bellissimi, siamo cresciuti insieme, siamo invecchiati insieme ma siamo ancora qua!". Quando parlo del progetto di ballo dico sempre che siete stati voi a guidarmi in quest'avventura!
Davide, Martina, Claudia, Edoardo
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